1° mistero:
Gesù nel Getsemani.
“Nostro Signore si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte che non voleva morire” (S. Efrem).
Spontaneamente, volontariamente. Sono queste le caratteristiche che rendono la morte di Gesù una morte particolare,
che fanno della sofferenza del Cristo il modello di ogni sofferenza. Non la morte in sé, non la sofferenza in sé,
ma aver spontaneamente e volontariamente accettato la sofferenza e la morte.
Quante volte sottolineiamo quanto soffre qualcuno. Ed è vero. Ma non si tratta di quanto si soffre, ma di come si soffre.
C’è chi soffre quanto Gesù crocifisso, ma domandiamoci come soffre e per chi porta il suo patire.
Quanto dolore inutile, nel senso di senza guadagno, senza utile, senza interesse. Quanto dolore! Sprecato perché maledetto.
Inutile perché considerato disgrazia, sciagura, castigo, punizione.
Angela non ha amato il suo dolore e la sua malattia. Ha amato Gesù, “il suo Gesù”.
Ed ecco la pazienza, la fiducia, la speranza con cui lo ha portato, sopportato, vissuto, attraversato. Fino alla fine.
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2° mistero:
Gesù flagellato.
Alcuni capi di Israele accusarono Gesù di agire contro la Legge, contro il tempio di Gerusalemme e,
in particolare contro la fede nel Dio unico, perché si proclamava Figlio di Dio. Per questo lo consegnarono a Pilato, perché lo condannasse a morte.
Quante volte subiamo accuse, critiche, giudizi, perché ci proclamiamo figli e figlie di Dio! Quante volte. Perché meravigliarci? Mettiamolo in conto.
Dire, a chi segue la logica del mondo, che siamo tranquilli, nonostante le situazioni faticose della vita, perché Dio è il nostro Papà,
perché sappiamo di essere figli suoi e di non essere mai abbandonati, è considerato un modo di pensare da folle. Ed ecco le accuse.
Ma che niente e nessuno ci faccia smettere mai di credere in un Dio Padre e Madre che ha cura di noi.
Angela ha vissuto con la fiducia e l’abbandono filiale di figlia di Dio.
Ha portato la fatica della sua malattia e il dolore fisico con la certezza assoluta di non essere sola,
perché figlia di un Dio Papà che mai l’avrebbe dimenticata. Si sentiva amata, nonostante la prova della malattia.
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3° mistero:
Gesù coronato di spine.
I soldati del governatore conducono Gesù nel pretorio e gli radunano attorno tutta la coorte.
Lo spogliano, gli mettono addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela pongono sul capo, con una canna nella destra.
Poi, mentre gli si inginocchiano davanti, lo scherniscono.
Ne fanno un re di burla, ma…
Lui è davvero Re. E’ il Re. E’ il Signore. Lo ha mostrato facendoci toccare con mano la sua sovranità divina, mediante il suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato.
E’ lui il Signore del mondo e della Storia, il solo a cui l’uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale.
Se la logica del mondo crede di poter eliminare la sua regalità con un manto scarlatto, una corona di spine e una canna, ha perso la sua battaglia, ha fallito il suo piano.
E’ proprio tutto questo che rivela, ancora di più, la sua sovranità, l’essere l’inviato di Dio: davvero costui era Figlio di Dio!
Angela non si è lasciata scoraggiare dalla malattia. Ha continuato a vivere da figlia di Dio, da figlia di Re.
Ha assunto, davanti al dolore, alla prova, alla tribolazione, un atteggiamento regale.
La malattia e la debolezza hanno rivelato ancora di più la fiducia totale nel “suo” Gesù.
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4° mistero:
Gesù sale al Calvario.
“Nostro Signore uscì reggendo la croce perché così volle la morte.
Ma sulla croce, col suo grido, trasse i morti fuori dagli inferi, nonostante che la morte cercasse di opporsi” (S. Efrem).
La morte di Gesù ha ucciso la nostra morte, quella dell’anima, la seconda morte. Una morte ne fa morire un’altra!
Sembra assurdo tutto questo ma, per grazia di Dio, è verità assoluta.
Con la sua morte in croce Gesù ha attratto a sé tutti noi.
Ha attratto noi nella sua Vita, quella che non era morta quando è stato crocifisso: la vita divina non muore, non può morire.
Agli occhi del mondo sembrava che fosse finito tutto, ma non era così: stava per iniziare tutto! Io faccio nuove tutte le cose.
Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me! Promessa diventata realtà. Dal costato trafitto di Gesù esce acqua e sangue: perdono, vita, rinascita.
Angela è stata attirata da Gesù crocifisso, dal “suo” Gesù in croce. E’ diventata creatura nuova, ha ricevuto un nome nuovo.
E’ entrata nella gioia vera e piena dei figli e delle figlie di Dio.
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5° mistero:
Gesù crocifisso.
“La morte uccise il Signore nel corpo. Ma la divinità era nascosta sotto l’umanità.
La morte uccise la vita naturale, ma venne uccisa dalla vita soprannaturale” (s. Efrem).
La morte ha ucciso la vita di carne, non quella dello spirito.
Cristo, che un giorno non ha considerato un tesoro geloso l’essere come Dio, ma si è svuotato di se stesso,
assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparendo in forma umana,
umiliandosi e facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, ha vinto la morte.
La vittoria di Gesù è riprendersi quella vita che aveva lasciato: io dò la mia vita volontariamente e la riprendo quando voglio.
Ecco la sua vittoria: si riempie nuovamente della sua divinità, riveste nuovamente la sua uguaglianza con Dio.
Angela è morta nella carne, ma è viva nello spirito. Ora non muore più: è figlia della risurrezione e della luce.
E’ dentro il giorno che non conosce tramonto. La vita non le è stata tolta, ma le è stata trasformata in vita eterna.
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