1° mistero:
l’annunzio dell’angelo a Maria.
“Maria è piena di grazia. Rallegriamoci non solo per lei, ma anche per noi, dal momento che lei è venuta
nel mondo piena di grazia non solo per la sua gloria, ma anche per il bene nostro”,
scrive Sant’Alfonso Maria de Liguori, il grande innamorato della Vergine Maria.
Dunque questo mistero deve renderci grati, deve riempirci il cuore di gratitudine immensa.
Dobbiamo sentirci creature amate da Dio e da Maria. Anche la nostra anima allora, come quella della vergine di Nazareth,
deve magnificare il Signore, anche il nostro spirito, come il suo, deve esultare in Dio, nostro Salvatore,
perché Dio, attraverso Maria, ha pensato a ciascuno di noi.
Allora anche noi amiamo Dio e amiamo la futura Madre di Dio, come hanno fatto tanti Santi, Sant’Alfonso Maria de Liguri,
San Bernardo, San Francesco, San Giovanni Paolo II. E tanti, tanti altri.
Angela ha amato Maria. “Madre mia, fiducia mia!”. Era questa la giaculatoria che la nostra bambina aveva spesso sulla bocca e soprattutto nel cuore.
Maria è stata davvero la sua fiducia. In lei la nostra bambina trovava forza e speranza.
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2° mistero:
la visita di Maria a Elisabetta.
“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colma di Spirito Santo”.
Il contatto che le persone hanno con noi, quale effetto produce?
Le parole che rivolgiamo, i discorsi che facciamo, il tono di voce che usiamo, fanno sussultare la vita che è dentro ogni essere umano?
Colmano di gioia, di amore, di serenità, di fiducia, di speranza, di rassicurazione, chi ci ascolta, chi ci sente parlare?
Quante volte è stato bello sentirci dire: chi ti ha mandato? Avevo proprio bisogno delle parole che mi hai detto, del consiglio che mi hai dato!
Dio ti benedica! Il Signore te ne renda merito!
Ecco, agiamo in modo da far sì che questo accada sempre più spesso. E la giornata che c’è stata donata non sarà stata inutile.
Angela trasmetteva pace a chi la incontrava. Gli adulti percepivano qualcosa di più che era dentro questa bambina di appena dodici anni.
Anche lei faceva sussultare la vita dentro la vita di chi incontrava. Anche lei colmava di gioia, di amore, di serenità chi incrociava la sua strada.
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3° mistero:
la nascita di Gesù a Betlemme.
“Gloria a Te che ti sei rivestito del corpo dell’uomo mortale e lo hai trasformato in sorgente di vita per tutti i mortali” (San Efrem).
L’incarnazione è il mistero d’amore per eccellenza. E’ il mistero di Gesù, che non considera un tesoro geloso l’essere come Dio,
ma si spoglia della sua natura divina per rivestirsi della nostra natura umana. Si sveste di immortalità e si veste di mortalità.
Lascia ciò che è divino per fare suo ciò che è umano. Lascia il cielo per la terra.
E tutto questo per rendere noi come lui! Si fa uomo perché l’uomo diventasse Dio. Che mistero!
Dio si fa uomo in Gesù, viene a piantare la sua tenda in mezzo a noi. Entra nel tempo, perché noi si potesse entrare nell’eternità.
Entra nello spazio, perché noi si potesse entrare un giorno nella dimensione che non ha spazio.
Entra nel buio e nelle tenebre del mondo e del peccato, perché noi si potesse entrare nella luce, nel giorno che non conosce tramonto,
nella grazia e nella gioia vera e piena. Entra nel mondo perché noi si potesse entrare in Paradiso.
Angela è morta per non morire mai più. E’ nata al cielo. La morte della nostra bambina è una nascita per la vita senza fine.
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4° mistero:
la presentazione di Gesù al tempio.
Maria e Giuseppe portano Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, secondo la legge di Mosè.
Loro che hanno tra le braccia la Legge, si sottomettono alla legge. Ci rendiamo conto?
L’obbedienza di Maria e di Giuseppe non finisce mai. Il loro sì, quello che un giorno entrambi hanno detto a Dio,
per fare la sua volontà, non la propria, per diventare servi di un progetto divino che non comprendono,
ma che cercano di custodire nel cuore, per meditarlo, non per ragionarci sopra, è un sì che si rinnova ogni giorno della loro vita terrena.
Secondo la legge di Mosè si presentano al tempio, quando si compiono i giorni della loro purificazione rituale.
Secondo la legge di Mosè presentano il loro bambino. Secondo la legge di Mosè portano l’offerta: i colombi o le tortore.
Tutto e sempre secondo quanto la legge di Mosè prescriveva.
C’è tanto da imparare!
Angela è stata una bambina obbediente. La sua obbedienza si manifestava come docilità e mitezza.
Non reagiva alla sua situazione di malattia, ma rispondeva con la preghiera.
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5° mistero:
Gesù tra i dottori nel tempio.
“Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
E’ la risposta che Gesù dodicenne dà a Maria e a Giuseppe, che lo ritrovano dopo tre giorni di ricerca.
La loro angoscia, quella che Maria gli sottolinea, “Tuo padre ed io, angosciati ti cercavamo. Perché ci hai fatto questo?”, riceve questa risposta.
Saremo figli del Padre che è nei cieli se ci saremo occupati in terra delle cose del Padre nostro celeste.
Saremo considerati come fossimo per il Signore madri, fratelli, sorelle, se avremo fatto la volontà di Dio.
Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli? Chi compie la volontà di Dio.
Occuparci delle cose del Padre, cercare prima di tutto il regno di Dio, ci farà fare la sua volontà, non la nostra.
Ci farà conoscere, amare, servire Dio, durante la nostra avventura terrena, vivere da esseri spirituali questa vita e goderlo poi un giorno, per sempre, in cielo.
Angela si è occupata delle cose del Padre celeste.
Lo ha conosciuto, amato, servito durante la sua breve vita ed ora ha la sua stessa gioia: gioia vera, gioia piena, gioia senza fine.
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