1° mistero:
il Battesimo di Gesù nel Giordano.
Siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
Battezzati professando la fede nel Creatore, nell’Unigenito, nel Dono.
Tutte le volte che ci facciamo il segno della croce, rinnoviamo la nostra fede, rinnoviamo la promessa battesimale: quella di vivere nella Santissima Trinità.
Di vivere in un Dio Padre, in un Dio Figlio, in un Dio Spirito Santo. Nel Padre che ci ha creati, nel Figlio che ci ha salvati, nello Spirito Santo che ci ha santificati.
Nel Creatore che ci ha chiamati dal nulla ad esistere. Nel Salvatore che ci ha redenti col suo Sangue.
Nello Spirito Santo che ci ha santificati, scendendo su di noi, con i Sacramenti, fondendoci, plasmandoci, riempiendoci, usandoci nel mondo come suoi strumenti.
Angela era una bambina attenta ai segni. Era molto profonda quando pregava, nel modo di recitare, senza fretta, le preghiere, nel modo di stare,
nel ricevere l’Eucaristia, nel fare il segno della croce. E richiamava gli adulti, distratti, poco attenti o frettolosi.
Aveva già capito l’importanza dei segni, dei sacramentali e dei Sacramenti.
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2° mistero:
le nozze di Cana.
E’ un mistero che ogni coppia dovrebbe meditare e contemplare, soprattutto.
Quando viene a mancare il vino della speranza, è arrivato il momento di fare davvero quello che il Signore ci chiede di fare, tutto quanto ci domanda.
E se ci sembra assurdo, facciamolo ugualmente: questo mistero ci anticipa come andrà a finire!
“Riempiamo di acqua le giare”, facciamo quello che la Parola del Signore, ogni giorno, ci dice di fare.
Facciamolo con generosità, “riempiendole fino all’orlo”. Facciamo con gioia, non per forza,
ma volentieri quanto la Parola ci invita a fare, certi che la speranza, riposta in Dio, non delude mai. E’ la speranza virtù teologale, nella quale siamo stati salvati.
Viviamo da “Pellegrini di Speranza”, in questo Anno Giubilare e anche dopo, facendo di questo stile di vita il nostro stile di stare nel mondo senza essere del mondo.
Angela è stata “pellegrina di speranza”. La nostra bambina ha sperato contro ogni speranza e Dio le ha dato la forza per accogliere la sua fatica.
Non l’ha guarita. L’ha salvata. Non le ha dato il miracolo, ma la grazia.
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3° mistero:
l’annuncio del regno di Dio e l’invito alla conversione.
“Nel Padre nostro diciamo: venga il tuo regno. Ma ci può essere un tempo in cui Dio non regna?
Allora noi crediamo che venga il nostro regno, quello che Dio ci ha promesso” (San Cipriano).
Il regno di Dio è già venuto. Il regno di Dio è in mezzo a voi. Il regno di Dio è accanto a voi, ci invita a dire Gesù ai malati.
Ecco allora che la richiesta del Padre nostro, venga il tuo regno, riguarda ciascuno di noi, chi sta pronunciando quelle parole. Questa venuta la chiediamo per noi.
Venga a me il tuo regno, Signore! Venga nel mio cuore, nella mia mente, nella mia anima. Nei miei sentimenti, nei miei pensieri, nelle mie mozioni interiori.
La logica del regno prenda il posto, nella mia mente, della logica del mondo.
I tuoi sentimenti prendano il posto, nel mio cuore, dei sentimenti solo umani.
Le mozioni spirituali prendano il posto, nella mia anima, delle reattività e degli istinti.
Il regno come lo intendi tu, Signore, prenda il posto del regno come lo intende il mondo.
Il mio regno non è di questo mondo, ci hai detto. Allora il regno, il tuo, quello che non è di questo mondo, venga nella mia vita. Amen.
Angela ha vissuto con la logica del regno dei cieli.
La nostra bambina ha rinnegato se stessa, per essere una vera discepola di Gesù, per accogliere l’invito a convertirsi,
che le risuonava dentro, mentre ascoltava e pregava la Parola del Signore.
Ha imparato a pensare sempre più secondo Dio e sempre meno secondo gli uomini. Ha imparato ad avere gli stessi sentimenti che furono di Gesù.
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4° mistero:
la trasfigurazione di Gesù sul Tabor.
Sul monte Tabor ai discepoli, si comunica la Trinità: la nube e l’ombra sono figura dello Spirito Santo;
la voce è quella del Padre, che indica Gesù come il Figlio, l’Amato;
la bellezza a cui fa riferimento Pietro è quella della Trinità divina, “E’ bello per noi stare qui!”.
La trasfigurazione è manifestazione di un Dio uno e trino, di un Dio relazione e comunione di Persone.
Tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio, Spirito Santo. Creatore, Salvatore, Santificatore.
Ogni volta che viviamo per Dio, con Dio, in Dio, facciamo esperienza della Trinità. Facciamo esperienza di Tabor.
Forse ancora non ci siamo educati a rapportarci a Dio come al solo Dio in tre
Persone.
Tendiamo a rivolgerci soltanto al Padre, solo al Figlio, o solo allo Spirito Santo.
Anche noi potremo sperimentare, come Pietro, la bellezza dello stare, se impariamo a pregare dentro la Santissima Trinità.
Nel solo Dio in tre Persone.
Angela sapeva pregare il solo Dio, uno e trino. La nostra bambina si rivolgeva a Dio Padre, a Gesù Figlio e allo Spirito Santo.
Aveva già sperimentato la bellezza dello stare dentro la relazione delle Persone divine.
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5° mistero:
l’istituzione dell’Eucaristia.
“Prendete e mangiate”.
Nel Padre nostro chiediamo che ci sia dato ogni giorno il nostro pane, cioè Cristo, perché noi che rimaniamo e viviamo in Cristo, non ci allontaniamo dalla sua vita divina.
E Lui il pane quotidiano ce lo dà. E’ il Pane vero. E’ lui stesso.
Ci ha dato se stesso da mangiare, come un giorno aveva invitato i suoi discepoli a dare se stessi da mangiare alle cinquemila persone che formavano la folla affamata.
Non ne furono capaci! Dovette moltiplicare i cinque pani per sfamare tutta quella gente che lo aveva seguito e ascoltato fino a tarda serata.
Ora ci fa vedere come si fa a dare al prossimo se stessi da mangiare, istituendo l’Eucaristia il giovedì santo.
E’ necessario rinnegarsi, prendere la propria croce, fare la volontà del Padre, non la propria volontà, obbedire fino alla morte.
E’ necessario svuotarsi da ciò che ci fa sentire persone importanti, migliori degli altri, non considerare un tesoro geloso le realtà umane,
farsi servi del prossimo, essere umili e miti.
Angela, con la prova della malattia, si è davvero svuotata di tanti sogni e progetti, di tanti desideri, leciti e legittimi, per una bambina della sua età.
E’ stata mite, umile, docile, obbediente ad un progetto diverso da come lo aveva pensato e immaginato per la sua vita.
E’ stata una bambina generosa, buona, servizievole, pronta, capace di prossimità. Impariamo da lei.
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